A proposito di
ambiente marino Uno strumento che aiuterà a “coordinare e armonizzare il lavoro in corso all’Onu e nelle agenzie nazionali, nelle istituzioni accademiche e in altre organizzazioni “. Così Jacques Diouf, direttore generale della Fao, ha definito l’Atlante marino online lanciato recentemente. Disponibile sul sito www.oceansatlas.com/index. jsp contiene 14 mappe e link che rinviano a centinaia di altre cartine. L’Atlante è organizzato per argomenti ed è costituito da dati aggiornati in continuazione sullo stato di salute degli oceani e dell’ambiente marino in genere per sensibilizzare l’opinione pubblica sul costante degrado degli ecosistemi marini e costieri. inquinamento L’ambiente come una opportunità e non come un ostacolo vincolante. Se ne sta rendendo conto sempre di più il mondo imprenditoriale che intravede nella certificazione fornita dagli enti pubblici un fattore di competitività dei mercati. È successo in particolare ai comuni di Sermaglia della Battaglia, Farra di Soligo, Moriago della Battaglia, Pieve di Soligo e Vidor, cinque comuni veneti che costituiscono il cosiddetto Quartiere del Piave. Con un progetto elaborato dal dipartimento di scienze ambientali dell’università di Venezia hanno preso l’impegno di raggiungere la certificazione di conformità ambientale e territoriale Emas II. Come ha sottolineato l’assessore all’Ambiente di Sermaglia, Rudi Mazzero, è opportuno “rivedere le politiche di programmazione del territorio soprattutto alla luce degli errori del passato. Il Quartiere ha capito la necessità di fare squadra ricreando le condizioni per migliorare la qualità della vita anche rispettando l’ambiente”. ghiacciai alpini Sono tra gli ecosistemi più a rischio le nostre Alpi, con gli effetti del mutamento climatico ben visibili. Si è sciolto infatti già il 40 per cento dei 1300 ghiacciai dell’intero arco alpino e il fenomeno continua. Innalzamento della temperatura, crescita del trasporto su gomma, urbanizzazione delle valli, atrofizzazione dei fiumi hanno determinato un quadro critico che mette a rischio la biodiversità e la stabilità stessa dei versanti. Per non parlare degli squilibri socio-economici che lo sviluppo selvaggio continua a provocare. Quanto basta per evidenziare l’assoluta necessità di progetti territoriali e ambientali volti al recupero e alla valorizzazione delle risorse locali.